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Geep at Jul 26, 2022 06:28 PM

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TER

che tipiaccia dirmi se quello che ame dicesti ieri sopra
irai cioe che miei progenitori fussono fedeli et vaxalli
detuoi sia vero /o/ fosse pure detto sopra ira sanza al-
tro fondamento diverita; et se vero none tipiaccia
difare iscrederlo acompagni aquali tu colla tua affer-
matione lai facto credere et reputarrmi piu vile
che non soleano: et se vero fusse mene faccia piu chia-
ro siche io faccia ancora delmio fallo maggiore amen-
da. Io certamente fu mosso acompassione et rispo-
si allui consimile humilita et modesti:a et dixi
áme pesa molto havere detto cosa dituo dispiacere
percio che sempre to amato come caro compa-
gno/ ma nonpuo essere che giovani no fallino: et
io conosco aquesta volta avere troppo fallato et di-
cio chieggio perdono et offeromi apparechiato ao-
gni tuo piacere et didire acompagni cio che vorrai
per tuo honore. Allora esso dixe iotiringratio della
tua humile et benigna risposta et delle tue gratiose
offerte; ma io tipriego per solo iddio che prima midi-
ca se vero /e/ quello che contro ame irato dicesti. Io
veggendo ilsuo disiderio cosi scongiurato dallui dixi;
Poi che pure cosi vuogli io tidico che vero /e/ cio chio
tidissi et cosi /o/ lecto molte volte nel publico istrument-
to. Udito questo dixe io sono per andare infino afi-
renze io tipriego che tu scriva la auno detuoi fra-
telli che mi mostri et lasci leggere questa carta et
inbrieve cosi feci. Fu esso afirenze et lesse lacarta
et trovo essere vero cio che detto gliavea: diche
tornato ábologna sempre poi vivette meco humile
et riverente: et sempre honoro me come suo maggiore

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{quasi cio gliparesse}

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che tipiaccia dirmi se quello che ame dicesti ieri sopra
irai cioe che miei progenitori fussono fedeli et vaxalli
de tuoi sici vero o fosse pue detto sopra ira sanza al
tro fondamento diverita et se vero no ne ti piaccia
di fare iscrederlo acompagni a quali tu colla tua affer
matione lai facto creere et reputarrmi piu iule
che non soeano et se vero fusse mene faccia piu chia
ro siche io faccia ancora del mio fallo maggiore amen
da lo certamente fu mosso acompassione et rospo
si allui consimile humilia et modestia et dixi
ame pesa molto havere detto cosa dituo dispiacere
percio che sempre to arnato come care compa
gno ma non puo essere che giovani no fallino et
io conosco a questa volta avere troppo fallato et di
cio chieggio perdono et offeroni apparechiato a o
gni tuo piacere et didire acomagni cio che vorrai
per tuo honore. Allora esso sixe io iringration della
tua humile et genigna risposta et delle tue graionse
offerte ma io ti prietgo persolo iddio che prima mi di
ca se vero e quelli che contro a me irato dicesti Io
veggendo il suo disiderio cosi scongiourato dallui dixi
Pou che pure cosi vuogli io ti dico che vero e cio chio
ti dissi et cosi o lecto olte volte nel pubico istrument
to Udito questo dixe io sono per andare infino a fi
renze il ti priego che tu scriva la a uno de tuii fra
telli che mi mostri et lasci leggere questa carta et
in brieve cosi feci fu esso a firenze et lesse la carta
et trovo essere vero cio che detto gli avea diche
tornato a bologna sempre poi vivette me con humile
et riverente et sempre honoro me come suo maggiore