Lapo di Castiglionchio

reputato nobile et de converso Et secondo questo la tua prima domanda cioe se erri nobile o plebeio si dee riferire et intendere secondo ratione comune et cessante ogni statuto. Questa tua seconda doman da cioe se se del numero de popolani o de grandi si dee restare et intendere secondo gli statuti el mo do el rito della citta che inessa citta ha havuto molte mutationi Et cosi intendendo vegno asatisffare al tuo desiderio Ma prima per piu chiarenza et per piu dilucido intellecto di quello che diro et per tua instructione voglo exordire quasi abultimo prin cipio et forse troppo rimoto et quasi come dire sifuole agemino ovo ma cupido che tu figluolo sap pi molte cose Dico che la citta di firenze fu dapri ma hedificata anni sexcento LXXXII dopo la h dificatoin di Roma; et anni LXXta anzi la nativi ta del nostro signore: et dopo la destructione di fie sole laquale fu distructa anni LXXII anzi che christo nascesse Et fu hedificata la detta citta di firenze per gli romani In questo modo che destruc ta la citta di fiesole Cesare con suo hoste discese nel piano presso alla riva del fiume darno la ove fiorino con sua gente era stato morto da fesolani Et in qullo luogo fece hedificare una citta accio chd fiessole mai non si rifacesse et rimanod i cava lieri latini i quali havea seco arricchito delle richezze de fiesolani i quali latini tudertinini era no appellari Cesare adunque compreso lo hedifi cio della citta et messovi dentro due ville dette Camarti et villa Arnina volea quella appellare

per suo nome Cesarea Onde il senato di Roma sen tendolo non sofferse che fosse nominata per suo mo me ma feciono decreto et ordinarono che quelli maggiori signori cherano stati allassedio di fiesole dovessono andare a fare hedificare lacitta con Ce sare insieme et popolarla Et qualunque piu tosto havesse compiuto il suo hedificio ponesse nome alla cittade come allui piacesse Allora ^macrino Meesr Albiono et Gneo Pompeio & Martio apparechiati fornienti et maestri vermono da Roma alla citta che Cesare he dificava Et inuidi cosi con Cesare divisono lo hedifi cio di quella citta in questo modo. Che Albino prese a smaltare tutto la detta citta che fu uno nobile la voro et belleza et necteza della citta. Et ancora oggi del decto smalto si truova cavando: Et maxima mente nel secto di sanpiero sheraggio et importa sanpiero et in port del duomo ove mostra che fosse lantica citta Macrimo fece fare il condocto dellac qa indocte in arcora faccendola venire di lungi dalla citta per septe migla accioche la citta havesse abondanza di buona acqua da bere Et per lavare la citta Et quest condocto si mosse in fino del fiume detto la marino a pei di monte Morello ricogliendo in se tutte quelle fontane sopra secto et quinto et colonnata. Et in firenze facettano capo le dette fontane a uno palagio grandissimo decto Termine idest caput aque in quello tempo ma poin innostro volgare sichiamo capaccia che ancora oggi si vede interma dellanticagla Et nota chegli antichi per sanitade usavano di bere acuqe di fontane menate

per condocti perche reano piu sottili et piu sane che quelle de pozi pero che quasi pochi beveano vino ma e piu acque di fontane peroche allora erano poche vigne Gneo pompeio fece fare le mura della citta di mactoni cicti et sopra le mura hedifico torri riton de molte spesse per spatii da luna torre a laltra di venti cubiti siche le torri erano di grande belleza et forteza Del compreso et giro della citta dice lo hi storiographo Givanni Villani che non trovo cronica che ne faccia mentione Se non che quando Totile flagellum dei la distrusse fanno le historie mentione che lera grandisima Martio laltro signore roma no fece fare il campidoglio al modo di Roma cioe pa lagio o ver la mastra forteza della citta Et quello fu di maravigliasa belleza nel quale lacuq del fiume darno per gore concavata sogna veni et sotto volte et inarno sotterra si tornava et lacittade percia scuna festa dello sgorgamento di quella era lavata Questo compidoglo fu ove e oggi la piaza di merchato vechio di socto alla chiesa che si chama sancta maria in campidoglo et questo pare piu certo Alcuni dicono che fu ove oggi si chiama il chardingo di costa allla pia za del popolo del palazo de priori la quale era un altora forteza Gardingo fu poi nominato lanticagle de uri et volte cherimasono disfacte dopo la destruccio ne di Totile et poi istavano le meritrici I detti sino ri per avanzare luno gli hedifici dellaltro con molta sollecitudine si studiavano Ma in uno medesimo tempo preciascuno fu compiuto siche nullo di loro hebbe acquis tata la gratia dinominare la citta a sua volonta siche

Per molti fu al cominciamento chiamata la picciola Roma Altri lappellarnon floria perche fiorino fu quivvi morto che fu il primo hedificatore di quello luogo et fu in opera darme et in cavlleria fiore et in quello luogo e campi dintorno ove fu la citta hedifica ta sempre nascono giori et gigli Poi la maggiore parte degli habitanti furono contenti di chiamarla flora si come fosse in fiori hedificata cie con molte delitie Et dicerto cosi fu pero chella fu popolata della miglio re gente di Roma et de piu sufficienti mandati per li sanatori di ciascuno rione di roma per errata come tocco perforte chellabitassone Et accolsono colloro quelli fiesolani chevi vollono dimorare et habitare ma poi per lungo uso del volgare fu nominata fioren za cio sinterpetra spada fiorita Et dice il detto histo riographo che turova chella fu hedificata anno sex cenot LXX anzi la nativita del nostro signore Giesu christo Racconta ancora il detto historiography nella detta cronica libro primo capitulo xxxxiii che poi che Caesare et Pompeio et Macrino et Albin oet Martio principi de romani hedificatori della nuova citta di firenze si tornarono a Roma compiuti i loro la vorii La citta comncio a crescere et amultiplicare de romani et de fiesolani in sieme che rimasono alla habitatione di quello et in poco tempo si fece buona citta secondo il tempo dallora che lo Imperadore el se nato lavanzavano alloro podere i quasi come una altra piccola Roma. E cittadini di qulla essendo in buono stato ordinorono di fare nella detta citta uno

tempio maravilioso allo honore delo iddio Marte cio fu uno Idolo Questo tu facto per la victoria che gli romani haveano havuta della citta di fiesole et mandarono al senato di Roma che mandsasse loro ipui sufficienti maestri et pui sottili che fosseno in roma et cosi fu facto. Et fecero venire marmi bianchi et neri et colomne di pui porti da lungi per mare et poi per arno Et feciono conducere macigni et pietre et colonne di fiesole. Et fondarnon et hedificarono il detto templo nelluogo che si chia ma anticamente Cmarti et dove i fiesolani fa ceano loro mercato. Molto nobile et bello il fecero a octo facce et qullot facto con grande diligentia il consecrararono allor idio Marte chera loi dio de romani et fecionlo figurare inintagli di marmo et a cavallo il posno sopra una colonna di marmo immezo di quello temio et quello termono con gran de reverenza et adorarollo per loro idio mentre che fu il panagnesmo in firenze Et racconta il detto historiographo che trovava chel detto tempio fu cominciato al tempo che regnava Octaviano au gusto et che fu hedificato socto ascendente disifacto constellatione che non verra meno quasi in etterno et cosi si truova scritto et in tagliato in certa parte nello spazo del detto tempio Pio fa disctucta per Totile flagellum dei a di xxviii di giugno anni di christo quatro cento cinquanta et anni ciequecen to venti dall sual hedificatione nel modo che stesa mente racconto il decto historiographo Giovanni Villani nella detta cronica nel primo capitolo del iii^o

libro ove dice che negli anno di christo quatro cento quaranta al tempo di sancto Leone papa et di Theo dofio et di Vanetiniano imperadori nelle parti da quilone fu uno Re de vandali et di gocti che si chia mava Bela sopra nomato totile Questi fu barba ro et sanza legge et crudele dicostumi et ditutte cose nato nella provicnia di Gotia et di Guetia: et per la sua crudelta uccise il fratello et molte nation ni di gente si socto pose per sua forza et sinoria Poi si dispose distruggere et consumare lomperio di Ro ma et disfare roma Et cosi per sua forza et signoria raguno inmumerabile gente del suo paese die Guetia et di Gotia et poi di pannonia cioe Ungheria per en trare in italia Et volendo passare in italia da Ro mani et borgognoni fu contastato et grande bac taglia contro allui facta nelle contrade di lunia cioe Frioli & Aquileo colla maggiore mortalita che mai fosse in una bactagla et dalluna et dalaltra parte et fu morto il Re diborgogna et Totile come sconficto si torno in suo paese colla gente che gliera rimasa ma poi vlendo seguire suo proponimento didi struggere lo imperio di roma si rauno maggiore exer cito di gente che prima et venne in Italia Et prima si pose adassiedo alla citta daquilie et stette per tran ni et poi la prese et distrusse contte le gnti Et en trato in Italia per siile modo distrusse Vicentia et Brescia et Bergamo et Melano & Titino et quasi tutte le terre di lombardia saluo che Modona pergli meriti di sancto Geminiano che ver vescovo che per quella citta trapassando con sua gnte per miracolo

nolla vide senon quando ne fu fuori; et perlo miraco la la lascio che nolla distrusse: et distrusse Bologna et cosi quasi tutte le terre di romanga distrusse Et poi trapassando intoscana torvo la citta di firenze po derosa et forte volendo lanomananza di queella et'come era hedificata de nobilissimi romani ed era co mera dello imperio di roma et Come inquella con trada era orte Rodogalo suo antecessore et Re de gotti conosci grande moltitudine de gotti comando che fosse assediata. Et piu tempo vi stette invano et veggendo che per assedie no la potea havere pero che era fortissima dimura et di torri e dimolta buona gente per lusinghe et periganno et tradimento singegno daverla E fiorentini haveano continua guera colla citta di pistoio Totile fu rimase difuasta re intorno alla cittade et mando dicendo a fiorenti ni che volea essere loro amico et in loro servigio di struggerebbe la citta di pistoia promettend et di mo strando loro grande amore et di dare loro franchigia con moolti larghi pacti. I fiorentini male a veduti et pero furono sempre in proverbio chiamati ciechi credectono alle sue false lusinghe et vane promes sioni a persongli le porti et missonlo dentro lui et sua gente et albergo nel campidoglio, il crudele ty ranno essendo nella citta contutta sua gente et forza et confasi sembiani mostrava amore a cittadini Et uno giorno fece richiedere a suo consiglo i maggio ri et pui possenti caporali della terra et in grande quantita: Et come guignevano in campidoglo anno a uno gli facea uccidere a uno valico di camera ama

zan dogli non sentendo luno laltro poi gli facea gie tare nelli aquidocci del cam[idoglo cioe la gora darno chandava socterra prelo campidoglio accio che numo saccorgesse di quello. Et cosi ne fece mori re in grande quantita che mente sene sentiva per la citta di firenze senon che alluscita della citta ove i decti a quidocci o vero gora si sopriano e den travano in arno si vedea tucta lacqua rossa come sangue. Allora la gente saccorse dello inganno et tradimento ma fu indarno et tardi per che totile havea facto armare tutta sua gente et come sa vi de chella sua crudelta era scoperta comando che corressono la terra uccidendo piccoli et grandi huo mini et femine. Et cosi fu facto sanza riparo pero che cittadini erano sanza arme et sporveduci Et truovasi che in quello tempo havea nella citta di firenze venti due miglia dhuomini darme san za e vechi e fanciulli. La gente della cittade veggen dosi a tanto dolore et distructione venuta che pote scampare lo fece fuggendosi in contado et nasconden dosi in forteze et in boschi et in caverne. MA e piu de cittadini furono morti et tagliati et presi et la citta fu tucta spogliata dogni richeza et sustanza perli decti gotti et vandali et ungheri. Et poi che Totlie lebbe cosi consumata di gente et davere comando che fosse distructa et arsa et guasta et non vi rima nese pietra sopra pietra et cosi fu facto Se non che dall occidente rimase una delle torri che Gneo pom peio havea hedificata et dal septantrione et dalme zo giorno una delle porti et infra la citta presso alla

porta casa sive duomo interpetriamo duomo di San giovanni chimato prima casa dimarti Et divero mai non sa disfacto ne disfara in eterno se none al di del giudicio cosi si truova scritto nello smal to di decto duomo. Et ancora vi rimasono l'altre torri o vero templi segnato per alfabeto che cosi dice il decto historiographo le truova in antiche croni che le quali dice che interpetrare non seppie cio sono S et casa P et casa S. Et quatro avea la citta de et sei postierle et torri di maravigliosa forte za erano le porti et li dolo dello idio marte che i fio rentini levarono del tempio et posono sopra una torre et cadde allora in arno et tanto stecte quanto la citta stecte disfacta Et cosi fu disfacta la nobiel citta di firenze dal pessimo Totile flagellum dei a di xxviii di giugno anni di christo quatro cento cinquanta et anni cinquecento venti dalla sua hedi ficatione Et nella sopradetta citta fu morto beato Mauritio vescovo di firenze a grande tormento per la gente del detto Totile et il suo corpo giace in sancta reparata. Poi fu la detta citta di firenze ri hedificata la seconda volta negli anni di christo octo cento uno allentrare del mese daprile et questo fu al tempo del buono Carolo magno Re di franza imperadore de Romandi il quale poi chebbe abbac tata la superbia et tyrannia de longobardi et de sarcini et messo Roma ello imperio et sancta chisa in buono et felice stato et in sua libertade certi gentili et nobili del contado di firenze che si dice che caprali furono i figluoli giovanni i fi

gluoli gineldi i fogluoli rodolfi stracti degli antichi nobili cittadini di firenze inanzi che si disfacesse per totile si congregarnon insieme con quelli coran ti habitani delluogo ove fu firenze et altri lofo sequaci habitanti nel contado di firenze Ordina rono di mandare ambisciadori di migliori di loro al detto Re Carlo magno imperadore di Roma et a papa leone et a Romani et cosi fu facto pregandogli chegli si do vessono ricordare della loro figluola citta di firenze la quale fu guasta et distructa da gocti et vandoli in dispecto de Romani accio chella si rifacesse Et che allora piacesse di dare a loro forza di gente darme ariparare contro a fiesolani et loro seguanci nemici de Romani i quali la citta di firenze non lasciavano rihedificare I quali ambasciadori da Carlo impe radore et dal papa et da Romani furono homrevol mente ricevuti et la loro petirione acceptata beni gnamente Et incontanente il detto imperadore Carlo magno mando la sua forza di gente darme a piede et a cavallo in grande quantita Et i romani feciono decreto come i loro antecessori haveano facta et popolata prima la citta di firenze cosi vandassino a rihedificare et adhabitare delle migliori schiatte di roma nobili et popolani et cosi feciono con quello hoste dello imperadore car lo magno et de romani Et verrnono con quanti mae stri havea in roma per piu tosto murarla et affor zarla Et dietro alloro gli persequiva molta gente Et tutti i cittadini di firenze et gli fuggiti di quella sentendo la novella si ragnarono colleoste de Romani et